Giovanni II Bentivoglio

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Giovanni II Bentivoglio

Giovanni II era autorevole membro della "Compagnia larga" del Baraccano e oltre a commissionare la ricostruzione delle chiesetta e il dipinto di Francesco del Cossa, il suo intervento più importante fu probabilmente la costruzione di una nuova e bella sede per l'ospedale. Giovanni fece costruire il grande voltone del Baraccano e la parte di edificio che da questo va verso porta Santo Stefano, in corrispondenza alle prime sei arcate di portico (1491) come dimostrano i primi sette capitelli che recano lo stemma dei Bentivoglio. Questa nuova ampia sede consentirà la trasformazione dell’ospedale dei pellegrini in un conservatorio per ragazze, una quarantina d’anni dopo.

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Oggi gli edifici e il portico su via Santo Stefano sembrano appartenere a un unico corpo a causa dell’intervento unificante sulla facciata compiuto da Angelo Venturoli nell'ottocento, ma visitando l’interno, al primo piano la parte bentivolesca si riconosce per gli ampi saloni con soffitti a volte, molto diversa dai bassi soffitti a cassettoni degli ambienti che vanno verso la chiesa di San Giuliano, aggiunti al complesso in tempi successivi.

Giovanni II fece molto per le opere assistenziali, fra cui la costruzione di un nuovo edificio per il cosiddetto Ospedale di San Procolo o “dei bastardini” che si occupava dei fanciulli “esposti” (1500) e operando anche unificazioni e razionalizzazioni all’interno delle varie opere assistenziali, con l’evidente intento di acquisire il consenso popolare.

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Gli ultimi Bentivoglio

Il 2 novembre del 1506 Giovanni II fu costretto a lasciare Bologna per l’imminente ingresso (l’11 novembre) di papa Giulio II della Rovere in città. Giulio II era stato vescovo di Bologna per una ventina d’anni poco tempo prima (dal 1483 al 1502) e quindi conosceva bene la città, i suoi intrighi e i bolognesi. Andò anch’egli ad omaggiare la madonna del Baraccano per ingraziarsi i cittadini e anche i simpatizzanti dei Bentivoglio rimasti in città. Lasciò un ex-voto e decretò indulgenza a chi manteneva l’ospedale.

Solo due anni più tardi, nel 1509, i figli di Giovanni Annibale ed Ermes II, sostenuti dai francesi, riuscirono a riprendere il controllo della città, approfittando della rottura fra Giulio II e i francesi.

Nel gennaio 1512 i pontifici, questa volta alleati con gli spagnoli, assediarono Bologna e in questo assedio si colloca il fatto ritenuto prodigioso della mina, posta proprio in corrispondenza del baraccano, che esplose ma non riuscì ad aprire una breccia nelle mura. Era il primo di febbraio e una grossa nevicata fece il resto per sventare l’assedio.

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Per ringraziare la Madonna che ancora una volta aveva protetto i Bentivoglio, Annibale decise non solo di provvedere a riparare i danni prodotti alle mura e alla cappella dall’esplosione, ma anche di ampliarla ed abbellirla. Il 27 aprile 1512 furono commissionate le lesene e l’arco in pietra scolpita che tuttora ornano il portale di accesso all’altare, allo scultore Sigismondo Bargellesi.

L’epoca dei Bentivoglio terminò definitivamente il 10 giugno 1512 quando Annibale, venuto a mancare l’appoggio dei francesi, e dovette lasciare Bologna.

La caduta dei Bentivoglio interruppe i lavori iniziati, ma la devozione continuò e a un certo punto il progetto della chiesa fu addirittura ampliato con l’appoggio pieno delle autorità governative (il vice cardinale legato).