L’Associazione Amici del Baraccano APS nasce con lo scopo di svolgere attività di promozione sociale senza finalità di lucro ispirandosi a principi di democrazia e di uguaglianza nel settore dell’organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche e di interesse sociale (art. 5 lettera i del D.Lgs n.117/2017).
L’Associazione opera in collaborazione ed accordo con le istituzioni titolari della proprietà (ASP Città di Bologna) e della gestione (Archidiocesi di Bologna) del complesso del Santuario della Madonna del Baraccano, con le finalità:
di appoggiarne il restauro, l’agibilità e la salvaguardia, come bene culturale e luogo della memoria ecclesiale e cittadina, e
di promuoverne la valorizzazione con progetti di integrazione interculturale e interreligiosa, di solidarietà sociale e di educazione alla pace,
in continuità con la secolare tradizione, mantenuta in vita in questi ultimi anni da religiosi e religiose dell’Opera Don Calabria e in seguito dai volontari dell’associazione Pax Christi.
- accompagnare lo sforzo congiunto delle due istituzioni promotrici con iniziative di impegno culturale, sociale e di ripresa della memoria.
- dare un sostegno al restauro non solo di opinione ma anche concreto attraverso la raccolta di fondi. L’obiettivo che abbiamo messo a fuoco, e che ci sembra alla nostra portata, è il finanziamento del restauro dell’organo.
- Intraprendere già da ora, in collaborazione con ASP e diocesi, iniziative che consentano la ripresa di vita del santuario dopo il restauro, nello spirito delle attività svolte durante la permanenza dei religiosi di San Giovanni Calabria ma anche ispirandosi alle tradizioni con radici in un passato più lontano (come la tradizionale “benedizione agli sposi”) quando la confraternita del Baraccano era una realtà cittadina importante e quando, prima che fosse edificato San Luca, era questo il Santuario dei bolognesi.
Possono essere associate tutte le persone che condividano le finalità dell’Associazione e che si impegnino a realizzarle.
Per associarsi è sufficiente inviare una e-mail all’indirizzo di posta dell’Associazione
associazioneamicidelbaraccano@gmail.com
dichiarando di condividere gli scopi dell’Associazione e di attenersi allo statuto ed indicando nome cognome indirizzo ed effettuando sul nostro cc il versamento della quota associativa annuale di € 30.
IBAN: IT 85E 0306909606100000165066.
E’ semplice, basta un bonifico sull’ IBAN: IT 85E 0306909606100000165066.
Le radici della Associazione Amici del Baraccano sono nel lontano 2005 quando, nell’ambito della Comunità del Baraccano nacque l’idea di una raccolta firme per sollecitare il restauro del Santuario.
Raccogliemmo un paio di migliaia di firme, a testimonianza della sensibilità diffusa sull’importanza del monumento, e riuscimmo ad avere il pieno appoggio della fondazione Carisbo che si dichiarò disposta a sostenere integralmente il restauro. Si era vicinissimi ad una felice conclusione ma vi fu qualcuno che mise un sassolino fra gli ingranaggi e tutto si bloccò. La cosa rimase ferma per anni.
Nella foto il frontespizio del progetto di riqualificazione del complesso elaborato dagli architetti Scannavini, Cavina e Terra nel 2005
Nel frattempo la proprietà del Santuario passò all’ASP Città di Bologna, in cui erano confluite tutte le ex opere pie. All'inizio del 2018 il nostro arcivescovo Matteo Zuppi e Gianluca Borghi, amministratore dell’ ASP Città di Bologna, dimostrando grande sensibilità, hanno deciso di restaurare il Santuario, coinvolgendo anche il Comune e l'Università di Bologna, la Fondazione Carisbo e il Quartiere Santo Stefano. Il 13 marzo 2018 è stato firmato un protocollo d'intesa in cui sono descrittigli impegni assunti dai vari firmatari. Il testo completo dell'accordo è riportato nella sezione "Protocollo d'intesa" .
Nella foto: la firma del protocollo d'intesa nella sede del Quartiere. Da sinistra la Presidente del Quartiere Santo Stefano Rosa Maria Amorevole, il Presidente della Fondazione Carisbo dott. Leone Sibani, il prorettore dell'Università di Bologna prof. Riccardo Gulli, l' Assessore alla sanità e al welfare del Comune di Bologna Giuliano Barigazzi, l'Arcivescovo mons. Matteo Maria Zuppi e il Presidente dell'ASP Città di Bologna Gianluca Borghi
Alla firma del protocollo, avvenuta in marzo, è seguita il 29 ottobre la firma di una convenzione fra ASP e Arcidiocesi per l'avvio dei lavori di ristrutturazione.
Nella foto, la firma fra l'Arcivescovo mons. Matteo Maria Zuppi e l'allora presidente dell'ASP Città di Bologna Gianluca Borghi, a cui hanno presenziato anche l'Assessore alla sanità e al welfare del Comune di BolognaGiuliano Barigazzi e la Presidente del Quartiere Santo Stefano Rosa Maria Amorevole
L’ “Associazione degli amici del Baraccano” APS nasce come Associazione di Promozione Sociale (APS) in seguito alla firma di tale accordo, per sostenerlo e con l’obiettivo di far sì che, dopo il restauro, il Santuario divenga nuovamente vivo, al centro di attività che si ispirino a quelle che lo hanno caratterizzato nel passato recente, quando per opera dei religiosi dell’opera di San Giovanni Calabria era un punto di riferimento di alto valore sociale e spirituale. E rimanga aperto al culto e alle visite durante tutta la settimana, data la sua importanza religiosa e monumentale.
Nella foto: don Giuseppe Bistaffa che, assieme a don Renzo Brunelli, don Corrado Mantovanelli e alle sorelle Giuseppina Inginniu, Teresa Lovato, Giovanna Lonis, Marisa Abbadessa, fu il principale riferimento della Comunità del Baraccano.
Il Santuario nasce attorno ad una Madonna con bambino tradizionalmente attribuita al pittore trecentesco Lippo di Dalmasio o alla sua scuola, forse perché Lippo e la sua scuola erano "specializzati" in questo soggetto, e infatti altre Madonne con bambino attribuite a Lippo sopravvivono ancora oggi in diverse chiese e oratori di Bologna, ad esempio: San Martino, San Francesco, San Colombano. La Madonna con bambino del Baraccano fu in pratica ridipinta nel 1472, forse seguendo il modello della precedente pittura, da uno dei maggiori esponenti della pittura ferrarese, Francesco del Cossa. Alla figura della Madonna con bambino, Del Cossa aggiunse altri elementi. Oltre agli angeli e il paesaggio nella delicata composizione che oggi vediamo, l’aggiunta comprendeva: ai lati S. Lucia e S. Caterina oggi perdute, e nella parte inferiore, parzialmente conservate, le figure di Giovanni I Bentivoglio inginocchiato, e l’anziana devota a cui si attribuisce l’episodio da cui ha origine il culto. Ai piedi del trono si leggeva una scritta, oggi quasi scomparsa ma ancora leggibile a metà dell'800:
JOHANN(es) BENT(ivolus) BONONIAE DO(minus) . BENEDICTUS QUI VENIT IN NOMINE DOMINI. OPERA DE FRANCESCHO DEL COSSA DA FERARA MCCCCL(XXII)
che indica come committente Giovanni II Bentivoglio e come autore Francesco del Cossa. Il dipinto, un affresco con aggiunte a tempera, è stato staccato dalla parete in tempi recenti. Pur avendo subito la perdita di parecchie parti, rappresenta l’opera di maggior valore artistico e simbolico della chiesa.